Kitchen

Una storia delicata e malinconica che esplora il dolore, la solitudine e la ricerca di un senso nelle piccole cose. La protagonista, Mikage, dopo la morte della nonna, si ritrova sola al mondo finché non viene accolta da Yūichi e da sua madre, Eriko, due figure altrettanto segnate dalla perdita ma capaci di offrire un rifugio fatto di comprensione e affetto.

La cucina diventa il simbolo di questa ricerca di conforto: un luogo di memoria, di calore umano, di legami che si intrecciano tra il presente e il passato. La scrittura è semplice ma evocativa, con una sensibilità che rende ogni scena intensa e vibrante di emozioni. Il dolore non è mai descritto in modo melodrammatico, ma emerge con una leggerezza che lo rende ancora più potente e universale.

I personaggi sono tratteggiati con delicatezza e profondità, ognuno con la propria fragilità e il proprio modo di affrontare la perdita. C’è un senso di sospensione tra ciò che è stato e ciò che deve ancora venire, una speranza sottile che attraversa le pagine e rende la storia luminosa nonostante il tema della morte.

È una lettura breve ma intensa, capace di toccare corde profonde con semplicità e poesia, lasciando nel lettore una sensazione di dolce malinconia e il desiderio di trovare conforto nelle piccole cose, proprio come fa Mikage.

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