
Io, Tituba, strega nera di Salem è un romanzo straordinario e intenso scritto dall’autrice guadalupense Maryse Condé, pubblicato nel 1986. L'opera si ispira alla vera storia di Tituba, una schiava afroamericana che fu accusata di stregoneria durante i famigerati processi di Salem del XVII secolo. Attraverso la sua penna, Condé dà voce a un personaggio storico spesso dimenticato, trasformandolo in un simbolo di resistenza, lotta e dignità.
La trama:
Tituba, figlia di una schiava africana violentata e poi impiccata, cresce nelle Barbados, dove impara le pratiche spirituali legate alla medicina naturale e alla magia dalla sua madre adottiva. Da qui comincia la sua odissea: venduta come schiava, si ritrova a Salem, nel cuore del fanatismo religioso, dove diventa uno dei capri espiatori della celebre caccia alle streghe. Attraverso la sua narrazione in prima persona, la protagonista racconta la brutalità della schiavitù, l’ipocrisia religiosa e il peso del razzismo e del sessismo.
Punti di forza:
Un personaggio potente: Tituba è una figura incredibilmente complessa, al tempo stesso forte e vulnerabile. La sua voce è ironica, struggente e ribelle, capace di trasmettere sia il dolore della sua oppressione che la sua capacità di resistere.
Critica sociale: Il romanzo è un’opera profondamente politica che affronta temi come il colonialismo, il razzismo, la schiavitù e la misoginia. Condé riesce a intrecciare la storia personale di Tituba con una critica feroce e attuale delle strutture di potere.
Elementi magici e spirituali: La magia di Tituba non è solo una pratica esoterica, ma una forma di resistenza e connessione con le sue radici africane e caraibiche. Questo conferisce al romanzo un’atmosfera unica, in bilico tra realismo e misticismo.
Prosa evocativa: La scrittura di Condé è lirica e coinvolgente, capace di trasportare il lettore nelle Barbados lussureggianti, nei freddi paesaggi di Salem e nella mente di una donna che lotta per la propria libertà.
Punti deboli:
Alcuni lettori potrebbero trovare il tono a tratti didascalico, specialmente quando il romanzo affronta temi storici o politici in modo esplicito.
La struttura episodica può dare una sensazione di frammentazione, ma questo rispecchia la natura frammentata e dolorosa della vita di Tituba.
Conclusione:
Io, Tituba, strega nera di Salem è un romanzo indimenticabile, capace di trasformare una figura marginale della storia in un’eroina epica. Maryse Condé non solo dà voce a una donna oppressa, ma la eleva a simbolo di ribellione contro ogni forma di ingiustizia. Una lettura imprescindibile per chiunque voglia esplorare la storia attraverso una lente critica e profondamente umana.
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