
Annie Ernaux, con La donna gelata, traccia un ritratto intimo e feroce della condizione femminile attraverso la sua esperienza personale. Con il suo stile asciutto e implacabile, racconta la progressiva trasformazione di una giovane donna curiosa e ambiziosa in una moglie e madre schiacciata dai ruoli imposti dalla società.
L’infanzia e l’adolescenza sono segnate dal desiderio di libertà e dalla speranza di un futuro diverso, lontano dalla rigidità delle generazioni precedenti. Ma con il matrimonio e la maternità arriva la delusione: il peso delle aspettative sociali e delle dinamiche domestiche tradizionali la portano a un senso di immobilità e frustrazione, da cui deriva quella "congelazione" emotiva evocata nel titolo.
Il romanzo non è solo una denuncia della disparità di genere, ma anche un’analisi spietata di come il patriarcato penetri nella vita quotidiana, rendendo le donne complici inconsapevoli del proprio confinamento. Ernaux non cerca il lirismo né la drammatizzazione, ma con la sua prosa essenziale riesce a trasmettere una forza dirompente, capace di risuonare profondamente in chi legge.
Un libro potente e necessario, che offre uno sguardo lucido e senza indulgenze su una realtà ancora attuale.
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