
"Operatori e Cose" di Barbara O'Brien è un'opera sorprendente e unica nel suo genere. Pubblicato per la prima volta nel 1976, questo libro è un raro esempio di testimonianza in prima persona di un episodio psicotico vissuto e descritto con lucidità dall'autrice.
La narrazione segue il viaggio mentale di O’Brien, che per sei mesi ha convissuto con le voci di misteriosi "Operatori", entità invisibili che comunicavano con lei e sembravano controllare la sua percezione della realtà. La sua esperienza si sviluppa senza il supporto di farmaci o ricoveri, permettendole di osservare il proprio stato con un distacco quasi scientifico. Il risultato è una cronaca intima e inquietante che si legge come un romanzo, ma con il valore aggiunto di una testimonianza diretta sulla schizofrenia o su fenomeni dissociativi ancora poco compresi.
Il libro si distingue per il suo stile limpido e privo di autocommiserazione. O'Brien non cerca risposte definitive né offre un'interpretazione univoca della sua esperienza. Il suo racconto è affascinante proprio perché lascia aperti interrogativi sulla natura della mente, sulla percezione della realtà e sui confini tra normalità e follia.
Pur essendo un testo poco conosciuto, "Operatori e Cose" è una lettura essenziale per chiunque sia interessato alla psicologia, alla filosofia della mente o semplicemente alle storie vere che sfidano le convenzioni della narrazione autobiografica. È un libro che inquieta e fa riflettere, senza offrire facili consolazioni.
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