
Cormac McCarthy dipinge un mondo spietato in cui il confine tra bene e male si dissolve in una polvere di violenza e fatalismo. La sua scrittura essenziale, priva di virgolette nei dialoghi e costruita su frasi secche e asciutte, amplifica il senso di ineluttabilità che permea l’intero romanzo.
La storia segue Llewelyn Moss, un uomo che trova una valigia piena di soldi in mezzo a una scena del crimine nel deserto texano. Questo atto lo mette sulla strada di Anton Chigurh, un sicario implacabile e quasi sovrumano, e dello sceriffo Bell, un uomo anziano che osserva con sgomento il disfacimento morale del mondo intorno a lui.
Chigurh è la personificazione del caos, un assassino che lascia spesso la vita o la morte delle sue vittime al caso, rappresentato dal lancio di una moneta. Bell, al contrario, incarna un’idea di giustizia ormai superata, un uomo che si sente sempre più impotente di fronte a una violenza senza regole.
Il romanzo è più di un thriller: è una riflessione sulla natura del male, sul destino e sulla fragilità dell’ordine umano. McCarthy non offre facili risposte né redenzione, ma solo la certezza che il tempo distrugge tutto, e che chi non è pronto a cambiare è destinato a soccombere. Un’opera dura e inquietante, che lascia il lettore con un senso di desolazione e rispetto per la spietata bellezza della prosa di McCarthy.
Aggiungi commento
Commenti