L'uomo che voleva essere colpevole

"L'uomo che voleva essere colpevole" è un romanzo distopico dello scrittore danese Henrik Stangerup, pubblicato nel 1973 e considerato uno dei capolavori della narrativa scandinava.

Ambientato in una Copenaghen futuristica, il libro racconta la storia di Torben, uno scrittore che, in un impeto di rabbia, uccide la moglie Edith durante una lite. In una società che ha abolito i concetti di colpa e punizione, l'omicidio viene interpretato come un segno di squilibrio mentale o un incidente, e Torben viene sottoposto a cure psichiatriche anziché essere giudicato colpevole. Determinato a riconquistare la propria responsabilità individuale, l'uomo intraprende una lotta contro il sistema per essere dichiarato colpevole e scontare la sua pena.

Il romanzo esplora temi profondi come l'alienazione sociale, il conformismo obbligato e la negazione della responsabilità individuale in una società che mira al bene collettivo a scapito dell'identità personale. La prosa di Stangerup è incisiva e coinvolgente, capace di trasmettere l'angoscia e la frustrazione del protagonista in un mondo che rifiuta la dimensione etica dell'esistenza umana.

Considerato da Anthony Burgess "un grandissimo romanzo che merita l'attenzione di tutti i lettori", "L'uomo che voleva essere colpevole" offre una riflessione potente sulla condizione umana e sulla ricerca di senso in una società che nega la colpa e la responsabilità personale.

In conclusione, questo romanzo rappresenta una lettura intensa e provocatoria, che invita a interrogarsi sul valore dell'individualità e sulla necessità di riconoscere le proprie colpe per poter realmente comprendere se stessi e il mondo circostante.

 

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