
"Prima persona singolare" di Haruki Murakami è una raccolta di otto racconti che riflette la cifra stilistica e tematica dell'autore giapponese, con il suo inconfondibile equilibrio tra realismo e surrealismo, tra nostalgia e mistero. Come suggerisce il titolo, tutti i racconti sono narrati in prima persona, un dispositivo che avvicina il lettore alla mente e ai ricordi dei protagonisti, spesso avatar dello stesso Murakami.
Le storie sono frammenti di vita, riflessioni su amori passati, incontri casuali, musica, poesia e sullo scorrere del tempo. Ogni racconto porta il lettore a confrontarsi con l'ordinario trasformato in straordinario: un incontro con una donna misteriosa, un album jazz dimenticato, una poesia scritta da un adolescente. In queste narrazioni, Murakami esplora i temi a lui cari, come la solitudine, la memoria, il rimpianto e il confine sottile tra realtà e immaginazione.
Il tono è intimo, quasi confidenziale, e lo stile è quello asciutto e limpido che contraddistingue l'autore, capace di evocare mondi interiori profondi con poche parole. Tuttavia, in alcune storie, emerge un senso di incompletezza, come se il lettore fosse invitato a colmare i vuoti lasciati dall'autore con la propria interpretazione. Questo potrebbe affascinare chi ama il non detto, ma potrebbe lasciare insoddisfatti coloro che cercano una narrazione più lineare e conclusiva.
Tra i racconti più memorabili spiccano Charlie Parker Plays Bossa Nova, una riflessione sull’arte e l’immaginazione, e La confessione della scimmia di Shinagawa, una storia surreale che mescola umorismo e malinconia.
"Prima persona singolare" è un'opera che piacerà soprattutto ai fan di Murakami, perché incarna in pieno il suo universo letterario fatto di introspezione e mistero. Non è forse il suo lavoro più potente, ma riesce comunque a catturare con delicatezza quei piccoli momenti che segnano le nostre vite, lasciando spazio alla riflessione e all'empatia.
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