
Origin, pubblicato nel 2017, è il quinto romanzo della serie che vede come protagonista Robert Langdon, l'iconico professore di simbologia e iconografia religiosa già conosciuto attraverso best-seller come Il Codice da Vinci. In questo libro, Dan Brown ci trascina ancora una volta in un intricato mix di scienza, religione, arte e tecnologia, costruendo una trama che non lascia mai un attimo di tregua al lettore.
La storia si apre con Langdon che viene invitato a un evento esclusivo al Museo Guggenheim di Bilbao, dove il suo amico e brillante futurista Edmond Kirsch è pronto a rivelare una scoperta che promette di rispondere a due delle domande più antiche dell’umanità: “Da dove veniamo?” e “Dove stiamo andando?”. La serata però si trasforma rapidamente in un thriller mozzafiato quando Kirsch viene assassinato prima di poter svelare la sua scoperta, costringendo Langdon a fuggire insieme ad Ambra Vidal, la direttrice del museo e futura regina di Spagna. Insieme, i due devono decifrare una serie di enigmi nascosti nel mondo dell'arte, della storia e della tecnologia per rivelare la verità al mondo.
Brown utilizza la sua formula collaudata: l’azione si sviluppa nell'arco di poche ore, mantenendo il ritmo serrato con continui colpi di scena e rivelazioni. Come sempre, il romanzo è ricco di riferimenti a opere d'arte famose, simboli storici e teorie scientifiche. Tuttavia, in Origin, il focus si sposta su temi contemporanei come l'intelligenza artificiale e la scienza dell'evoluzione, rendendo il romanzo non solo un thriller avvincente ma anche una riflessione su come la tecnologia stia rapidamente ridefinendo la nostra esistenza.
Uno degli aspetti più intriganti del libro è Winston, l’intelligenza artificiale creata da Kirsch, che accompagna Langdon e Ambra nella loro fuga e nella risoluzione dei misteri. Winston rappresenta una sorta di deus ex machina moderno, sollevando domande su quanto possiamo o dobbiamo fidarci delle macchine.
Nonostante la trama serrata e l'ambientazione affascinante, Origin non sfugge ad alcune delle critiche ricorrenti nei confronti di Brown: i personaggi, a tratti stereotipati, e i dialoghi che, in alcune parti, risultano forzati. Anche la rivelazione finale, pur coinvolgente, potrebbe non soddisfare tutti i lettori, in quanto risulta più filosofica che sconvolgente.
In conclusione, Origin è un romanzo che combina abilmente intrattenimento e riflessione. Non raggiunge forse la portata epocale de Il Codice da Vinci, ma è una lettura godibile per chi ama il genere e apprezza i continui rimandi alla storia e alla cultura, con uno sguardo rivolto al futuro della scienza.
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